Ierapetra Creta il nostro diario di viaggio – Grecia
Aspettavamo con ansia questa vacanza, facciamo sempre il conto alla rovescia quando un viaggio si avvicina, ma questo, in aereo, all’estero, una settimana, al mare … bè aveva qualcosa in più rispetto agli altri fatti con nostro figlio in questi cinque anni.
Quindi pronti per partire, un venerdì di luglio (due settimane fa praticamente 🙂 )
L’aereo, Volotea, decollava da Verona intorno alle 14, quindi sistemate la ultime cose, siamo partiti da casa, il tratto in automobile davvero breve stavolta, per pranzare in aeroporto.
Il volo di andata è stato fortunatamente in orario e quando atterrati abbiamo trovato il nostro taxi ad aspettarci, come già raccontato nel precedente articolo (clicca qui) ci siamo affidati ad una compagnia molto professionale.
In meno di un’ora e mezza da Heraklion il taxi ci ha portati a Iarapetra, a sud dell’isola di Creta, sul mar libico.
Trovare il nostro hotel per l’autista è stato veramente facile … era immenso.
Non mi aspettavo fosse così bello, soprattutto la camera, praticamente una doppia con un bagno gigante (pure la doccia doppia) e una vista mare mozzafiato, anzi no… l’hotel che abbiamo scelto non è vista mare … è sul mare!
Arrivando intorno alle 20 in hotel, appena lasciate le valigie, ci siamo diretti al ristorante e subito ci siamo “buttati” sulle specialità del luogo (cosa mangiare e bere a Creta).
Con la pancia piena ci siamo diretti al giardino dell’hotel, non sapevamo come fosse fatto e appena usciti ci siamo trovati davanti la macchina dei pop-corn e un’area bimbi degna di un parco divertimenti, ma ne ho già parlato qui.
A quel punto si che potevamo dire che la vacanza era iniziata!
Il mattino seguente abbiamo dato il via a mille attività che caratterizzano una vacanza al mare: acqua gym, beach volley, freccette, zumba, nuotate, … il primo giorno si sa, bisogna disconnettersi dalla quotidianità ed immergersi nella VACANZA.
L’idea era in partenza quella di godersi il mare e di vedere più cose possibili della cultura minoica e delle successive dominazioni dell’isola (io sono un’appassionata di archeologia), ma abbiamo dovuto un po’ ridimensionare gli obiettivi.
Prima di partire ho letto più di una guida e l’idea che mi sono fatta di Cnosso (una delle mete che volevo raggiungere per vedere dove è narrata la leggenda di Minosse, Arianna, Dedalo, …), è stata di un “finto” centro archeologico ricostruito con il cemento, in altre circostanze probabilmente sarei andata, magari da sola, ma vista la distanza da dove soggiornavamo noi (più di due ore di autobus) e le temperature (36 gradi) ho rinunciato pensando di visitare (e godermi) la zona in cui eravamo, la provincia di Lassithi e la cittadina di Iarapetra.
Già dal secondo giorno di permanenza abbiamo iniziato ad esplorare il circondario, anche Iarapetra, come tutta l’isola, vanta una storia millenaria, dagli antichi minoici passando poi per il periodo romano, dominazioni arabe e veneziane. Di quest’ultime ci sono numerosi resti. Si dice poi sia stato covo di pirati e questo ha aggiunto punti per nostro figlio.
Il centro storico, Kato Mera, sembra un villaggio medievale, vicoli stretti, case che si affacciano le une sulle altre (alcune sono unite da piante che creano profumi e ombre nella calura estiva).
Non abbiamo trovato molte informazioni turistiche, in internet e nemmeno in loco, quindi abbiamo cercato i punti di interesse di cui avevamo sentito parlare.
Affacciato sul mare il forte veneziano, Forte di Kales, è stata la prima cosa che abbiamo visto, l’entrata è stata gratuita (era domenica) e non abbiamo capito se fosse aperto sempre o se ci abbiano fatto un piacere a farci entrare … in se non c’è molto da vedere, il corpo centrale è chiuso, ma la vista del mare dall’interno del forte è veramente bellissima.
Abbiamo poi letto della “casa di Napoleone”, pare infatti che Napoleone sia passato da Iarapetra e abbia soggiornato in una delle case delle città vecchia. Per raggiungere la casa abbiamo noleggiato una bicicletta, l’idea era di perdersi tra i vicoli del centro storico e praticamente ci siamo riusciti, per fortuna che tutte le strade in discesa portano al mare.
La “casa di Napoleone” una delusione! Non tanto per l’edificio in sé, una casetta antica, ma per il fatto che non è segnalata da nessuna parte e non c’è nessun cartello che ne indichi l’esistenza, se non avessimo avuto google maps la staremmo ancora cercando 😉
E che sta cadendo a pezzi… Insomma, visto i bar sul lungomare dedicati a Napoleone potrebbero valorizzare il luogo da cui si sono ispirati, basterebbe una targa. La caccia al tesoro però è stata divertente.
Un’altro punto da trovare era l’ex moschea e la fontana a memoria della dominazione araba, la piazza in cui si trova è veramente suggestiva, ma non ci sono spiegazioni e dell’edificio originario rimane davvero poco.
Un’esperienza che non ci siamo lasciati sfuggire è stato entrare in chiesa, la più famosa è la chiesa di Aghios Georgios costruita nel 1856 con i suoi soffitti in legno di cedro e le sfarzose decorazioni (la religione è cristiano ortodossa).
Visto il centro (anche la zona ristoranti) abbiamo deciso di dedicarci ad altri tipi di esperienze, una delle quali se si va a Iarapetra è imprescindibile: L’isola di Chrisi (isola dorata).
Prima di partire abbiamo sentito parlare di questa spiaggia come di un paradiso incontaminato, conoscenti che vi sono stati l’hanno decantata come i caraibi greci così ci siamo organizzati per andare e vedere con i nostri occhi.
L’isola di Chrisi si trova a nove miglia a sud di Iarapetra, ha una lunghezza di cinque chilometri e una larghezza di un chilometro.
Per arrivarci servono circa 50 minuti di navigazione, le agenzie che vendono il trasferimento sono molte, offrono tre ore e mezza in tutto sull’isola, le partenze sono abbinate a un ritorno specifico e da quanto colto non si può cambiare quando si è là.
Noi abbiamo preso la prima barca disponibile alle 10.40, il ritorno era alle 16.30.
Inizialmente abbiamo pensato che il tempo di permanenza fosse poco (e meno di quanto dichiarato sulle brochure delle agenzie in cui si parla sempre di “circa 5 ore”), ma poi…
Arrivati al porto, a sud dell’isola, siamo sbarcati e ci siamo incamminati, attraverso la foresta di cedri, alla spiaggia più bella: “Sabbia d’oro”.
Il percorso è di circa un chilometro, si attraversa l’isola, ma quando parliamo di “foresta di cedri” intendiamo sì tanti alberi, con più di 200 anni, ma bassi! ovviamente penserete…cedri del Libano! Il caldo, alle 11 del mattino era veramente tanto.
Arrivati alla spiaggia abbiamo preso ombrellone e due lettini, non ci sono alternative se si vuole restare sull’isola, il sole è rovente, € 15 per la giornata (le tre ore).
L’acqua è splendida, tante sfumature di azzurro, blu e verde, ma per accedervi servono anche qui le scarpette (le avevamo).
Ho provato a fare una passeggiata, volevo fare l’esploratore, ma c’era veramente troppo caldo quindi dopo aver visto la salina e le pietre vulcaniche sono ritornata alla base per un pranzo leggero rincorrendo l’ombra dell’ombrellone, noi l’avevamo portato al sacco (preparato dall’hotel), in alternativa ci sono due chioschi sull’isola dove è possibile acquistare panini o piatti freddi.
Il posto merita, se si è in vacanza nella provincia di Lassithi è quasi d’obbligo, ma l’uscita costa € 25 per gli adulti e €12 per i bambini, più ombrellone e lettini, altri € 15.
Ci tornerei in primavera per esplorare l’isola cercando i resti minoici e le tombe romane di cui non ho visto traccia, ma che ci dovrebbero essere 😉
Il viaggio è stato molto bello, abbiamo avuto dei contrattempi, ma quelli ci sono sempre!
Siamo rientrati da poco, ma stiamo già pensando alla prossima vacanza!
Luisa S.